LEPANTO, OGGI DI STEFANO PIALI


La sfida del pittore Stefano Piali: raccontare la storia simbolo dell’identità occidentale in un ciclo di nove dipinti nella residenza del condottiero trionfatore.

Il 7 ottobre del 1571 nelle acque di Lepanto, in quello che oggi si chiama Golfo di Corinto, la flotta della Lega Santa sconfisse gli Ottomani in temibile avanzata verso l'Europa. Una data divenuta simbolo comunemente riconosciuto come punto focale della moderna definizione di identità dell'Occidente. O almeno di quell'Europa centromeridionale riunitasi, dalla Spagna a Venezia, sotto la benedizione di papa Pio V per quella che fu considerata l'ultima grande battaglia navale supportata con le galee, imbarcazioni da guerra a remi. L'incrociarsi di natanti in un vituperio di onde marittime raffigurate come un vorticoso proscenio, pronto a sfidare esseri umani e imbarcazioni. Flutti che come flussi di un pensiero del tutto privi di retorica e trionfalismi, vogliono rappresentare anche il non più procrastinabile campanello d'allarme per il nostro mondo e le nostre coscienze moderne che neI dipinti compaiono spesso come figure grigie, marginali rispetto al fuoco del quadro, come perse nella disperazione di chi ignora. Questo è il tema e il sentiment ricorrente nel ciclo monumentale di opere che il maestro Stefano Piali, pittore e scultore romano, ha intrapreso da un anno: fregiare le pareti del piano nobile di Palazzo Colonna a Marino (Roma) con scene icastiche e della crociata che vide proprio Marcantonio Colonna, tra i protagonisti dell'impresa bellica. Piali è al lavoro da un anno su questo progetto affidatogli dalla locale Amministrazione comunale in occasione del 450esimo anniversario della Battaglia di Lepanto. In realtà questa commissione prende le mosse da più lontano. Vent'anni fa, infatti, nello stesso palazzo fu posizionato un quadro di grandissime dimensioni, sempre di Piali, raffigurante il ritorno da Lepanto. Oggi, vent'anni dopo, questo ciclo completerà il racconto che abbiamo chiamato proprio Viaggio nella storia dei Colonna in collaborazione coi ragazzi del Liceo Artistico dell'I.I.S.Amari-Mercuri. Quella di Marino è la residenza del nobile casato che proprio nel feudo dei Castelli Romani vide passarsi idealmente il testimone un genio come la poetessa Vittoria Colonna, sodale spirituale di Michelangelo Buonarroti, moglie del comandante spagnolo Ferrante d'Avalos e, qualche decennio dopo, il principe Marcantonio II che dell'impresa di Lepanto fu condottiero per diretta emanazione del Papa. E anche questa scena è compresa e immortalata in uno dei nove lavori, andando a rievocare in un punto centrale dell'aula, la benedizione di papa Pio V a Marcantonio, nominato l'11 giugno 1570 comandante delle truppe pontificie. C'è da dire che il maestro Piali, il quale peraltro, proprio alla maniera antica, nella posa in essere di queste nove raffigurazioni, ha voluto coinvolgere anche gli allievi delle classi finali del locale liceo artistico, prende a sua volta le mosse da illustri nomi quali il Vasari o il Veronese che sul tema della battaglia di Lepanto si sono misurati con opere oggi esposte rispettivamente nella Sala Regia in Vaticano, all'ingresso della Cappella Sistina e nella galleria dell'Accademia Veneziana. Nei giorni scorsi è stata posta la terza rappresentazione, a fare quasi da contraltare rispetto a quella della benedizione papale, intitolata La dignità del Moro prima dell'inevitabile epilogo, quadro in cui il prigioniero turco è raffigurato in una posa di sofferenza ancora umana, come nell'attimo prima che i vincitori potessero disporre completamente della sua sorte. Il racconto per immagini di Piali durerà almeno altri due anni, allorquando l'opera sarà compiuta come tributo al ricordo di giorni memorabili quanto, nei fatti, mai venuti meno dalla narrazione di quella che ci piace chiamare attualità.

Foto dell'evento
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