Il racconto fatto di tele e colori
Stefano Piali è un artista romano che, da oltre quarant’anni vive e opera a Marino, cittadina laziale scrigno
dei Castelli Romani.
E’ a questo borgo, dagli scorci imperdibili, che lo scultore e pittore dedica una incredibile epopea pittorica
fatta di tele e colori, un progetto iniziato tre anni fa e inserito nei Percorsi per le Competenze Trasversali e
l’Orientamento (PCTO)del Liceo Artistico Amari-Mercuri di Ciampino/Marino dove Piali ha insegnato fino al
2023 discipline plastiche e scultoree. Il titolo dell’intero progetto: “Viaggio nella Storia dei Colonna” rivela il
nesso della cittadina laziale con alcuni episodi storici strettamente legati ai personaggi più illustri della
famiglia Colonna, signori di Marino nel Cinquecento.
Le diciassette opere: nove quadri di dimensioni importanti (circa 190 x 120 cm) e otto tondi, tutti realizzati a
olio, sono posizionati in forma permanente nella sala consiliare dell’antico castello cinquecentesco dove i
Colonna vissero.
Questo imponente progetto, voluto fortemente dal Comune di Marino, è intervenuto con la bellezza dell’arte
negli spazi dell’antico palazzo non solo riqualificando la sala consiliare ma anche trasmettendo un forte
messaggio di pace.
Il colpo d’occhio è davvero incredibile perché le opere pittoriche non solo si calano perfettamente nel
contesto ma sono state pensate dall’artista per raccontare le atmosfere epiche e i momenti salienti dei
Colonna come frame di una sequenza di un film.
La cerimonia d’inaugurazione, alla presenza delle più alte personalità istituzionali di Marino e dell’hinterland
romano, è prevista per sabato 28 settembre alle ore 18:30 nella sala consiliare di Palazzo
Colonna, nell’ambito dei festeggiamenti della centesima edizione della Sagra dell’Uva (27.09-07.10.2024).
Relatori del convegno introduttivo: Ugo Onorati e Franco Campegiani che sveleranno ai presenti i
significati narrativi delle tele esposte.
Ma, facendo un forte salto indietro nel tempo, scopriamo una curiosità.
Quando nel 2000 Piali dipinse il primo imponente olio su tela (cm 400 x 200 cm) raffigurante il “Ritorno dalla
battaglia di Lepanto” di Marcantonio II Colonna, episodio di straordinaria eco che, ancora oggi e da cento
anni, si celebra durante la Sagra dell’Uva, non sapeva che stava già tracciando un percorso che avrebbe
iniziato a intraprendere ben ventidue anni dopo e che oggi, finalmente, si svela al grande pubblico in tutti i
suoi dettagli narrativi.
Entriamo ora nel dinamismo delle opere per scoprire i significati e gli archetipi che si celano.
PRIMA OPERA - BENEDIZIONE E COMANDO PER UNA GRANDE FLOTTA- Con il primo e spettacolare
quadro (400 x 200 cm)) Stefano Piali inizia il suo viaggio così come Marcantonio Colonna, in quel lontano
11.06.1570, spiegò le vele verso la città greca di Lepanto dopo aver ricevuto da Papa Pio V lo scettro del
comando della flotta cristiana. L’opera raccoglie le emozioni di un momento solenne e fondamentale sia per
la chiesa che per la storia della famiglia Colonna. La figura di Marcantonio e l’idea della futura battaglia
diventano gli elementi cardine di tutto il progetto. Il tema qui è legato alla spiritualità, alla necessità
dell’essere umano di guardare al divino come ispirazione e protezione.
SECONDA OPERA - LEPANTO: sguardo fiero su una battaglia epocale. In questa seconda opera il tema
è quello della imprevedibilità della vita, della guerra che spesso incombe sull’uomo senza che questi possa
ribellarsi. Lo scontro è sottolineato in modo suggestivo dall’irrompere dei colori del fuoco in quella che nella
mente dell’artista è solo una visione onirica della battaglia di Lepanto che assume, dunque, il significato
dell’ineluttabilità degli eventi storici e della paura di ciò che non conosciamo.
TERZA OPERA – LA DIGNITA’ DEL MORO PRIMA DELL’INEVITABILE EPILOGO. Piali cambia punto di
vista e guarda la storia con gli occhi del moro, dell’avversario della lega cristiana, un nemico che
Marcantonio considerava degno di rispetto perché fiero e leale. La chiave di lettura è quella costante, nelle
opere di Piali, dell’eterno confronto tra materia e spiritualità.
QUARTA OPERA – ALLA CORTE DI VITTORIA COLONNA. Questa immagine di raffinata bellezza
introduce la seconda protagonista della storia: Vittoria Colonna ritratta nell’ambiente a lei più caro: quello
letterario e intellettuale rappresentato appunto dai poeti, dai filosofi che era solita convocare a Palazzo e che
lei, musa della poesia, musa della scrittura (come la figura misteriosa che l’artista dipinge in un angolo)
amava intrattenere con versi e letture. L’opera è un omaggio alla bellezza dell’arte in ogni sua forma.
QUINTA OPERA – DONO PER UNA SOLIDALE AMICIZIA. Piali si ispira al disegno, il Crocifisso, che
Michelangelo Buonarroti tracciò per Vittoria Colonna in segno di forte stima e amicizia. Il tema di questa
opera che l’artista romano riproduce fedelmente trasformandolo in dipinto è l’affinità elettiva, un sentimento
tanto raro quanto prezioso che Michelangelo custodì fortemente. Un sentimento che unì Vittoria Colonna e
Michelangelo e che, attraverso l’arte, si trasforma in forza per elevare lo spirito dalla materialità del presente.
SESTA OPERA - COLONNA E ORSINI: ologramma di un sodalizio. In questo quadro emerge il tema del
potere, rappresentata dalle due casate che, unendosi, sugellano e rafforzano i loro imperi. L’ologramma è
l’elemento di unione tra reale e virtuale, filo conduttore dell’intero progetto. Oltre ai protagonisti Marcantonio
e la sua futura sposa Felice Orsini, spicca l’elemento spirituale, raffigurato dal volo di angeli che benedicono
l’unione dei due personaggi ma che simboleggiano anche il mistero, l’imprevisto, il pericolo raffigurato anche
dalla figura scura che scende le scale, lontano dallo spazio idilliaco dell’ologramma. Felicità e dolore,
sentimenti costanti della realtà umana.
SETTIMA OPERA- DINASTIE. Siamo di fronte a un quadro bucolico molto suggestivo che, in uno scorcio di
campagna laziale, introduce il tema dell’acqua fonte di vita. Le due casate degli Orsini e dei Colonna sono
sullo stesso piano su due sponde diverse pronte ad unirsi. Le figure sono immerse in un’atmosfera onirica. I
temi sono quelli del sogno e del mistero, ma anche della condivisione, del rispetto e della pace simboleggiati
dall’acqua e dal ponte.
OTTAVA OPERA – INVOCAZIONE E PROTEZIONE - Madonna del SS. Rosario. L’opera glorifica
Marcantonio II Colonna, vincitore, grande condottiero, incorniciato in una nicchia marmorea come la statua
presente nei giardini di Palazzo Colonna a Roma. Accanto a lui l’elemento spirituale, questa volta
rappresentato dalla Madonna del Rosario. Piali raffigura il tema della stretta connessione tra storia, mistero e
spiritualità che la città di Marino, rinnova ogni anno, durante la Sagra dell’Uva, nella solenne processione
dedicata alla Madonna del Rosario. E’ il sacro e il profano che ritroviamo spesso nelle feste dedicate ai
prodotti della terra.
NONA E ULTIMA OPERA - I PRIGIONI- Il non-finito e il dolore dell’uomo. Piali termina il suo ciclo
pittorico connettendosi all’uomo, al suo dolore alla sua speranza di pace. Nel reinterpretare i ‘Prigioni’
michelangioleschi, l’artista svela il racconto dei Colonna estraendo tasselli da un mosaico antico riportando
in vita le emozioni e i misteri che la storia, di per sé, già contiene, raffigurando il dolore umano degli schiavi e
l’arte come conforto e forza vitale. E’ il tema della pace e della distensione che Piali sottolinea con le figure
iconiche di Michelangelo e Vittoria Colonna, nutriti entrambi, come Piali stesso, dall’arte.
“Mi auguro- ha dichiarato Stefano Piali - che queste opere possano essere non solo motivo di ammirazione e
valutazione artistica ma fonte d’ispirazione, veicolo di scambio culturale anche con quei territori che, a
diverso titolo, portano ancora vivo il ricordo dell’epopea storica così interessante e fervida come quella che
ha visto protagonista la casata dei Colonna. La sfida è stata quella di partire da fatti storici, come la battaglia
di Lepanto, evento certamente cruento, e arricchirli di significati positivi e distensivi con lo scopo di far
riflettere sulla pace e sul significato stesso di umanità, perché attraverso l’arte è possibile combattere le
divisioni di ogni genere”.
E’ da sottolineare come il racconto pittorico dell’artista s’inserisca, a pieno titolo, non solo nel patrimonio
culturale della Città di Marino ma consenta ai visitatori di ogni età di conoscere ed emozionarsi della sua
storia proiettandola oltre il tempo del presente e creando, con il coinvolgimento che solo la bellezza dell’arte
sa creare, un indissolubile legame del territorio con le sue radici.
Canale Youtube Stefano Piali
https://www.youtube.com/channel/UCAmPdhz3BvOl6FeuilA98dQ